"La terra dalle ombre lunghe"
Da queste foto emerge la sorprendente potenza del Giacomelli stampatore che imprime il suo inconfondibile stile anche in foto scattate da un'altra persona (Enea Discepoli).
Si tratta per lo spettatore di un'esperienza molto diversa da quella che ci si può aspettare da una mostra di Giacomelli, perché offre un interessante e inedito spaccato sulla concezione della fotografia, della vita e dei contatti umani del grande fotografo senigalliese.
La mostra si inserisce nella rassegna "M’arcord Mario" che non si accontenta di mostrare il Giacomelli noto, ma tenta di arricchirne e approfondirne la conoscenza.
La prospettiva scelta è quella dell'importante specificità locale dell'arte di Giacomelli e ogni iniziativa rappresenta dunque una tappa nei luoghi che hanno segnato la sua esperienza artistica, nei volti che l’hanno attraversata, nei poeti, nei viaggiatori, nelle persone che l’hanno ispirata.
“M'arcord” evidenzia il profondo rapporto con la comunità e il luogo che aveva scelto, Senigallia, recuperando il frutto di amicizie e frequentazioni decennali, collaborazioni, scambi di pensiero, intuizioni.
L'innovativa sensibilità e qualità poetica che permisero a Giacomelli di diventare un maestro della fotografia contemporanea mondiale e ai suoi scatti (i paesaggi, i “pretini”, le sagome scure di Scanno, le scene dell'ospizio), di essere compresi e apprezzati in tutto il mondo colpendo l'immaginario universale, fu nutrita a livello locale dal Gruppo Misa e Giuseppe Cavalli, dagli scambi di pensiero con Sergio Anselmi, dall'incontro con artisti come Aroldo Governatori, Walter Bastari e con persone della sua città con cui aveva instaurato un particolare rapporto di amicizia e scambio pluriennale, tra cui Enea Discepoli.
E proprio frutto dell'amicizia con l'educatore Discepoli, fondatore dello Studio Zelig di Senigallia, è la serie in mostra a Palazzo del Duca, dal titolo “La terra dalle ombre lunghe”.
Si tratta di una serie fotografica scattata in Ladakh nel 1976, sotto le precise direttive del Maestro Giacomelli, da Enea Discepoli, allora giovanissimo esploratore dei luoghi d'Oriente. Dopo 15 anni di frequentazione, scambi di pensiero e cimeli di viaggi, Giacomelli fece dono a Enea di una macchina fotografica, commissionandogli per il successivo viaggio di scattare per lui fotografie della gente del posto, istruendolo a dovere sul come farlo. Le fotografie che ne uscirono, stampate da Giacomelli stesso, furono da lui autografate come segno di alto riconoscimento. La mostra “La terra dalle ombre lunghe”, curata da Katiuscia Biondi (nipote del Maestro e responsabile dell'Archivio Mario Giacomelli di Sassoferrato) è composta da una cinquantina di immagini accuratamente selezionate e mette in luce cosa abbia rappresentato per Giacomelli questa serie fotografica e come si sia svolta nei particolari tale collaborazione artistica.
Il catalogo analitico della mostra, sempre a cura di Katiuscia Biondi, immette tale lavoro artistico in un discorso più ampio, sul senso che Mario Giacomelli attribuiva alla fotografia, sulla struttura del suo metodo nel creare immagini.
Mario Giacomelli nasce nel 1925 tra Scapezzano e Senigallia. A 9 anni perde il padre e la madre inizia a lavorare presso l’ospizio di Senigallia; ultimate le scuole, a 13 anni entra come garzone nella tipografia della famiglia Giunchedi, che dopo la guerra aiuterà a ricostruire dalle macerie causate dalle bombe e avanza di grado, diventandovi operaio. Nel 1950 riesce ad aprire una tipografia tutta sua nella quale lavorerà fino alla fine del 1999. Al giovane Mario piace scrivere poesie e dipinge con tutto quello che trova. Il suo rapporto con la fotografia si può dire che prenda il via la vigilia di Natale 1953, quando compra una Bencini e va a fotografare il mare e prende forza dalla frequentazione del Gruppo Misa nel suo forte contatto con il Maestro Giuseppe Cavalli. Si rende immediatamente conto che ha bisogno di una macchina più seria e compra quella che definisce “la macchina fotografica del contadino”: la Kobell Press. Da allora realizzerà numerose serie fotografiche che fanno ormai parte di collezioni private e pubbliche di tutto il mondo: l’Ospizio, i paesaggi, il mondo contadino, i “pretini”, Scanno, Spoon River. Nel 1963 John Szarkowski vuole la serie di Scanno al MOMA di New York. Quasi tutte le sue foto sono organizzate in gruppi chiamati “serie” e queste sono collegate indissolubilmente alla poesia. Muore a Senigallia il 25 novembre del Duemila.
LA TERRA DALLE OMBRE LUNGHE
Foto inedite di Mario Giacomelli
1 – 24 luglio 2011
Palazzo del Duca
Aperto tutti i giorni, ore: 21 - 24
Inaugurazione venerdì 1 luglio ore 19,30
M’ARCORD MARIO
I luoghi, i volti e le parole di Mario Giacomelli
21 maggio – 4 settembre 2011
Senigallia – AN
INFO – info@senigalliacittadellafotografia.it
0716629203-350 Ufficio Cultura – 07160424 Musinf