Un’intervista a... ”PV” Pietro Vanessi
Arte per me vuol dire saper comunicare, il linguaggio è il mezzo espressivo che si è scelto per trasmettere il proprio messaggio, che è e rimane, il fine ultimo.
Faccio questa premessa perché quando ho chiesto a PV se mi concedeva un’intervista per Art Open Space, lì per lì non mi ha risposto con un sì o un no, ma inaspettatamente mi ha chiesto “… dici che è arte, la mia ?” 
La sua “risposta” mi ha spiazzata e incuriosita a tal punto che la mia intervista ho deciso di iniziarla proprio così…
Se stenti a considerare le tue vignette un’espressione artistica, allora secondo te cosa sono? Intuizioni, sberleffi, aforismi mascherati, riflessioni col sorriso, insomma… un’Arte con la “a” minuscola in quanto è fatta di artigianato, passione e piccoli trucchi. L’Arte, quella vera è altro, secondo me.
Nei tuoi disegni c’è più passione o tecnica? Entrambi: senza l’una perderebbe il senso d’esistere dell’altra.
I tuoi soggetti sono molto originali e sicuramente non convenzionali; la morte, il fallo maschile, un guru zen...cosa o chi te li ha ispirati? Se ci penso bene sono tutti prolungamenti o interpretazioni del vivere: il fallo, che io chiamo amichevolmente Picio è legato alla nascita e alla sessualità, la parte più irriverente e boccaccesca di me; le vignette di attualità sono il vivere quotidiano, le incazzature della politica e lo sdegno per certe cose che accadono sotto gli occhi di tutti… poi c’è l’Idiota Zen, un guru sui generis che parla di filosofia applicata al quotidiano o a un ideale “altrove” che non è qui e ora.
Per ultima la Morte Nasona, il personaggio più cinico e snob dei tre, implacabile e beffarda come la vita stessa…
C’è tra i tuoi personaggi uno al quale sei più affezionato? L’Idiota Zen perché ha la leggerezza che vorrei avere io a 60 anni. Il Picio, invece, perché è come mi sento a volte io oggi: monello, infantile e giocherellone…
E uno che può considerarsi un tuo alter ego? Tutti, in un modo o nell’altro sono “figli” di padre certo. In questo caso funziona al contrario.
Anche nelle vita ti contraddistingue l’ironia delle tue vignette? Sono un Pesci, sensibile e umorale. Passo da momenti di simpatia travolgente a giornate di depressione sconfinata. Non sono uno così facile da prendere… ma quei pochi amici che ho, mi conoscono bene e lo sanno.
Una curiosità …. le tue vignette nascono prima dalla battuta o dal soggetto? Dalla battuta. Al 90%... Il disegno è la parte che mi rilassa di più ed è sempre in funzione della prima.
In ambito professionale, c’è un collega che stimi in modo particolare? Altan una spanna su tutti e poi invidio una serie di singoli elementi: la fluidità del tratto di Makkox, la poesia di Biani, l’irriverenza pecoreccia di certe vignette di Vauro, l’uso oculato delle parole di Ellekappa, certe soluzioni grafiche di Bucchi.
Matita per sempre o anche computer? Il disegno è rigorosamente a pennarello nero su carta. I testi e i colori sono al computer. Adoro la carta e amo il computer, quindi per non scontentare nessuno li ho fatti andare d’amore e d’accordo……
Più o meno tutti abbiamo un sogno nel cassetto, c’è qualcosa in particolare che vorresti ti riservasse il futuro? Una salute di ferro e una montagna di soldi guadagnati in modo pulito.
Che dici, l’ho sparata grossa? Va beh, abbassando il tiro direi: vivere dignitosamente di questa passione, pubblicare 2 libri all’anno sia in Italia che in Spagna, Germania, Francia, Inghilterra con una tiratura extra per il mercato asiatico e le americhe.
Nulla è impossibile, no?

Disegna per varie riviste tra cui “Cuore” e diversi quotidiani nazionali e locali (Mamma, Il Misfatto, Il Vernacoliere, Il Ruvido ecc). Ha partecipato alla trasmissione televisiva Spettacolando” su RAI2 e ha al suo attivo diverse mostre personali.
Il sito di PV: http://www.unavignettadipv.it/
Intervista per ART OPEN SPACE
a cura di Cristina Polenta
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