Un'intervista a... CATERINA ZACCHETTI

Dopo aver vissuto qualche anno girando la Spagna, arricchita da questa esperienza, ha deciso che era tempo di tornare in Italia ed è a Milano che Caterina Zacchetti  ha messo in piedi il suo laboratorio, dove con la discreta compagnia del suo gatto e circondata dalle sue piante, crea magnifiche sculture.
Grazie alla creatività di Caterina Zacchetti prendono vita donne dalle forme sinuose e generose, donne fertili, abbondanti, ben piantate sulle loro gambe, sicuramente donne forti ma anche morbide e rassicuranti.
Guardando le tue sculture viene quasi  l’impulso, la voglia, di toccarle, questo mi ha riportato alla mente che nella mia città, esiste un museo molto particolare, unico in Italia nel suo genere, è un museo tattile.
Per un’artista come te che con le mani e la materia ha un rapporto molto speciale, azzarderei  intimo, sarebbe  interessante sapere come viene avvertita una sua scultura da una persona che “vede” solo attraverso le proprie mani?
Mi piacerebbe molto sapere come viene sentita una mia scultura da chi non la può vedere. E' sicuramente tutto un altro modo di percepire le cose. Anch'io mentre modello le figure in argilla, soprattutto nella fase conclusiva, chiudo gli occhi e faccio correre le mani bagnate sull'intera superficie della scultura. Mi serve appunto per vedere in un modo diverso, perchè guardando la scultura solo con gli occhi, ci si abitua ad essa e non si riescono più a scorgerne i difetti. Invece con il solo tatto la percepisci in un altro modo, la senti. Mi rendo conto se le curve sono uniformi. Mi piace far scivolare le mani aperte sulle gambe e sulla schiena e sentire queste forme morbide che scorrono via tra le dita. Mi piace che la gente tocchi le mie figure, sono sempre dispiaciuta quando di fronte ad una scultura mi dicono non toccare. Vorrei sentirla. A volte non vista mi lancio in una furtiva carezza. Sento il materiale, mi immedesimo nelle sensazioni dello scultore creatore.

Le tue sculture rappresentano soprattutto donne, come riesci a dare puntualmente una nuova interpretazione dello  stesso soggetto?
Il merito è appunto del soggetto. Una donna quando è naturale, è bella e interessante in ogni suo atteggiamento, quando siede pensierosa e mentre guarda l'orizzonte sognando. Ha sempre quel non so che di misterioso, è come un gatto che senza accorgersene è elegante, dolce e sensuale allo stesso tempo.
Una donna che ama le donne … questo ti fa onore, perché purtroppo tra noi  del gentil sesso solitamente non c’è molta complicità e solidarietà, ne convieni?
E' vero c'è molta rivalità, forse è dovuta anche alla società in cui viviamo in cui conta troppo l'apparenza e tutta una serie di valori lontani dalla fratellanza. Nell'arte cerco di mettere il meglio e trasmettere altre emozioni. Le mie donne non sono lo stereotipo della femmina da televisione ma piuttosto veneri morbide e materne che richiamano l'onirico.

Molte delle tue creazioni sono in terracotta, la forma finale che dovrà assumere la materia  immagino la stabilisci sin dall’inizio, ma mi chiedevo se a volte,  lasciandoti guidare dalla consistenza e dalle sensazioni che provi mentre la plasmi  può capitare che decidi di apportare dei cambiamenti rispetto al progetto iniziale o addirittura stravolgerlo completamente.
Capita spesso! In realtà quasi tutte le mie sculture partono da una serie di disegni preparatori, ma a volte durante la fase di realizzazione qualcosa cambia, piccoli dettagli o interi stravolgimenti dell'idea principale. In questo modo non sempre ho un'idea precisa di quale sarà il risultato e rimango con la curiosità fino alla fine.
Tu lavori anche con i bambini, per loro organizzi corsi di creatività e di modellato con l'argilla. Sei soddisfatta di come rispondono ai tuoi stimoli?
Sono sempre molto soddisfatta quando lavoro con i bambini. Sono una fonte inesauribile di energia e creatività libera da condizionamenti. I bambini creano senza porsi problemi su come sarà il risultato, quello che gli viene in mente lo fanno, non hanno paura dei giudizi altrui e non hanno ancora la sensazione di dover primeggiare sugli altri, per cui spesso fanno lavori fantastici, proprio perchè naturali e spontanei.
Progetti a breve scadenza?
Continuare a realizzare sculture e fare esposizioni. Viaggiare. Mi piacerebbe andare a Faenza e frequentare qualche bel corso di ceramica, ci son sempre tante cose nuove da imparare...

Caterina Zacchetti nasce a Milano nel 1979, diplomata al Liceo artistico U.Boccioni a Milano, si laurea all'Accademia di Belle Arti di Brera, indirizzo Scultura e consegue una borsa di studio presso l'Academia de Bellas Artes Miguel Hernandez, ad Altea, Spagna. Si trasferisce a Formentera, poi a Barcellona.
Nel 2009 torna in Italia ed apre il suo studio a Milano dove vive e lavora.
Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero, quest’anno le sue opere sono state esposte in importanti fiere in Olanda quali la AAF Amsterdam e la Open Art Fair Utrecht.

http://www.caterinazacchetti.com


Intervista per ART OPEN SPACE
a cura di Cristina Polenta

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