Un'intervista a ... MATTEO FELLONI

Non mi stupirei troppo se un giorno si scoprisse che nelle sue vene anziché sangue scorre inchiostro! Mi riferisco a Matteo Felloni, l’artista che di recente si è aggiudicato il Premio Enogenius sbaragliando tutti con uno dei suoi disegni eseguiti rigorosamente con la penna a biro. Le sue opere sono veri e propri virtuosismi, esercizi di stile intrisi di sensibilità contemporanea e carichi di una bellezza senza tempo.
Matteo Felloni volge il suo lavoro alla ricerca e al raggiungimento della perfezione estetica, la sua è un’arte bella, da ammirare, da cui traspare la dedizione totale e la passione viscerale dell'artista per il suo lavoro.

Com’è stato partecipare al Premio Enogenius?
Sicuramente un' esperienza da ripetere. Mettersi in competizione non solo con se stessi ma anche con altri artisti, stuzzica notevolmente “la vena del risveglio”.
Hai vinto con uno dei tuoi noti disegni realizzati con la penna a biro.
Quando e come nasce la passione per questo tipo di tecnica?
Nasce circa 4 anni fa, ormai stanco e insoddisfatto di disegnare fumetti e dell'aerografo. Nasce come sfida, avevo iniziato già a fare ritratti a matita, ma il mio pallino è sempre stato, come lo è ancora, quello di stupire, di lasciare a bocca aperta lo spettatore, come se si trattasse di una illusione, "..Dynamo magie impossibili!", la gente si deve chiedere: “Ma come fa?“ Magari potesse capitare sempre…
Diciamo che il primo approccio risale a quando avevo 15 anni, a quel tempo il mio insegnante di disegno dal vero ci faceva disegnare a penna biro, in modo che non potessimo cancellare ma correggere, quindi, per ottenere un voto che potesse risanare la mia media, mi concentravo molto di più.
Le tue opere sono estremamente particolareggiate, talmente perfette nei dettagli che sembrano fotografie. Quanto tempo impieghi per realizzarne una di misure medie?
Il tempo impiegato è relativamente in discussione, tutto dipende dalla mia voglia, dalla mia mano, da quanto possa apprezzare la foto che sto ritraendo, dall' ansia che mi creo e in quanto tempo riesco a sopraffarla, comunque se devo essere approssimativamente preciso, parliamo dalle 30 alle 90 ore. Per i disegni di grandi dimensioni, tipo il Joker, che misura 2mt x 1mt, il tempo stimato potrebbe considerarsi di circa 300 ore.
Parti da un disegno a matita o direttamente con la penna a biro?
Ovviamente parto dall'idea, che di solito, o quasi sempre, arriva di notte (anche se sarebbe meglio di giorno..), poi si cerca la foto, che nella maggiore parte dei casi faccio io, poi scelgo la misura del foglio, creo la bozza a matita con le relative proporzioni e infine arriva il meritato momento di sviluppare definitivamente l'opera a penna biro. Capita, a volte, di non trovare soddisfacente il lavoro che sto facendo, quindi strappo, accartoccio e cestino e si ricomincia da capo più convinti di prima.



Ti dedichi ormai esclusivamente al disegno o parallelamente continui anche a scolpire e dipingere?
Ormai posso considerarmi risucchiato nel tunnel del disegno, non riesco più a fare nient'altro, stavo pensando di inserirmi direttamente una penna biro nel dito.., sono sempre in movimento, a caccia di idee, impegnatissimo a organizzare le mie mostre e lavorare sui quadri che mi commissionano continuamente.
Progetti per il prossimo futuro?
Progetti? Questo per me è il futuro e il domani è già passato, quindi, dopo questa perla di saggezza, posso solo dire che vorrei diventare sempre più ambizioso, un pò più saggio, esporre a New York, migliorare nella fotografia, non vorrei mai diventare famoso se le opere danno soddisfazione solo agli altri e non a me, poter riuscire un giorno a disegnare una persona a me molto vicina che ora non c' è più.




Matteo Felloni nasce a Bologna nel 1976 dove, nel 1996, consegue il diploma di “Maestro d’Arte applicata” presso l’Istituto Statale d’ Arte.
Dopo gli studi intraprende una promettente carriera come progettista d’interni e parallelamente cresce la sua passione per il disegno e per le arti visive. Matteo inizia a creare davvero, spinto dall’esigenza di sperimentare tecniche diverse.
Le sue opere spaziano da colorati disegni in pittura acrilica aerografata, a più essenziali chine black&white. Usa il pennello o la matita a seconda dell’ispirazione che lo guida.
Nel 2000 decide di mettersi alla prova con opere in scala maggiore e si specializza in pitture trompe l'oeil realizzando opere murali presso abitazioni e locali pubblici. Coltiva anche la sua grande passione per la scultura in creta ed esegue opere eclettiche, un mix di fantasia e realtà.
Nel 2003 approda al fumetto, poi nel 2009 lo lascia definitivamente per dedicarsi ad un disegno più affine al realismo. Prima la matita, poi, il grande amore, la grande sfida: la penna biro.
La produzione diviene intensa, parteciperà a diverse mostre collettive e sarà sempre più presente sul territorio bolognese con le sue esposizioni individuali.
Tra l’artista e la penna biro nasce una grande intesa. Una strana love story che dura tuttora.

Intervista per ART OPEN SPACE
a cura di Cristina Polenta