Speciale Premio Matteo Olivero
Recentemente si è conclusa l’edizione
2014 di Saluzzo Arte, manifestazione che assegna il prestigioso Premio Matteo
Olivero. E’ stato per me motivo di soddisfazione e immenso piacere, apprendere
che quest’anno ha visto vincitore GUALTIERO REDIVO, un artista che apprezzo in modo particolare perchè in grado, attraverso i suoi NODI, di comunicare con un linguaggio unico e
universale che fornisce occasioni di preziosi momenti di riflessione.
E’ con Gualtiero
Redivo che ho inaugurato la prima rassegna d’arte di Art Open Space, e penso
che non vi sia occasione e artista migliore per inaugurare anche la Collezione Art Open Space.
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La Commissione artistica incaricata
e composta da Marilina Di Cataldo, Giornalista, Critico d’arte, Torino - Elena Piacentini, Giornalista, Vinovo - Andrea Domenico Taricco, Critico d’arte e
giornalista, Torino e Michele Antonio Fino, Presidente della Fondazione Amleto
Bertoni, riunitasi in data 3 maggio, si è così espressa:
Il XXXVI Premio Matteo Olivero per
la pittura è stata assegnato, quest’anno, all’opera: “Quando il potere indossa la maschera della religione” di Gualtiero
Redivo di Roma, con la seguente motivazione: “L’opera di Gualtiero Redivo è una tecnica mista capace di coinvolgere
direttamente l’aspetto ricettivo dei fruitori. Una sorta di testo sacro viene
sigillato da un nastro/straccio che rappresenta il fiore delle illusioni a cui
noi tutti siamo legati. Il tempo della Storia viene codificato oltre la
parete/copertina di quel libro che agglomera i significanti ai suoi
significati, sigillandoli mediante le fragili certezze che varieranno con lo
scorrere dei secoli. La maschera dell’umiltà crolla nel suo divenire e l’arte
diviene l’unico mezzo per giungere a simili consapevolezze. Il totem delle
finzioni continua però ad essere venerato”.
Il Premio della Critica è stato
assegnato all’opera “Yes You” di
Franco Fasano di Settimo torinese, con la seguente motivazione: “L’artista
dipinge con morbidi impasti cromatici capaci di restituire, all’esito finale,
lo slancio e la leggerezza creative del gesto originario. L’opera proposta non
è tanto “realistica” quanto “figurativa”. In essa, infatti, l’intelligenza
della struttura prevale sul bisogno immediato di riprodurre la nuda realtà di
un fotogramma”.
Il secondo Premio per la pittura è stato assegnato all’opera “Alla
foce del Gilao” di Mariangela Redolfini di Torino, con la seguente
motivazione: “L’ordine
costituito indica una costruzione rigorosa e armonicamente interessante del
paesaggio: l’intreccio cromatico e formale perfettamente bilanciato, permettono
una visione al di fuori della convenzione”.
Terzo Premio per l’opera: “Oltre il blu” di Rita Scotellaro di
Salassa (Torino), con la seguente motivazione: “Oltre il blu è una tecnica mista su tela che induce lo sguardo
dell’osservatore ad agganciarsi a dati razionali costituiti dal colore, quasi
come se la visione del mondo reale fosse sfocata da una lente immaginaria, sino
a naufragare nella potenza dinamica del colore. Secondo queste premesse la
figurazione si astrae ed i riferimenti razionali del cielo, del mare o di un
presumibile uccello, divengono astrazioni cromatiche dettate dal puro
simbolismo dei sensi. Opera di sintesi, dunque, tra astrazione e figurazione in
cui l’onirico desiderio di agganciarsi a qualcosa di concreto sublima in uno
sguardo interiore che l’osservatore dovrà compiere con la propria sensibilità”.
La menzione d’onore con diritto di riproduzione dell’opera in catalogo è
stata assegnata all’opera: “Riflessi” di Ingrid Barth di Pino Torinese con la
seguente motivazione: “L’interessante
l’opera di Ingrid Barth colpisce il senso del micro e del macro scandito dal
lento ed inesorabile scorrere del tempo. Siamo in presenza del micro, secondo
la visione distorta d’un universo in miniatura, quasi come se venissero
descritte le venature d’una foglia caduta da un albero adagiata su una pozza
d’acqua. Entriamo nel macro quando scorgiamo un possente albero riflesso su uno
specchio d’acqua. Il simbolismo di riferimento predilige una composizione
figurativa ottenuta dallo slancio cromatico che indaga la grazia secondo una
meticolosa composizione di stati d’animo cristallizzati in forme. Questo
dialogo interiore scaturisce in una sinfonia visiva.
L’artista
parla all’osservatore senza la pretesa di voler imporre nulla. Emerge una
positività pittorica del colore, un’immediatezza del sentire che è
completamente aliena da strabismi concettuali. La compostezza della
composizione sottolinea quella libertà dell’informale che accentua lo spirito
costruttivo e di ricerca”.
Hanno ottenuto una menzione di
merito con diritto di riproduzione dell’opera in catalogo: Luca Mondelli di
Piasco e Alan Sardella di Torino.
Il Primo Premio per la Sezione
grafica è stato assegnato all’incisione: “Lùbrico” di Stefano Allisiardi
di Cuneo Con la seguente motivazione: “Lùbrico
di Stefano Allisiardi rompe il senso estetico della bellezza o della
gradevolezza dell’immagine affrontando con dovizia la ricerca del macabro per mezzo
d’un soggetto particolare. Una sorta di identikit della mostruosità in cui una
figura obesa, malata, sgraziata compare in tre istantanee che ce la
restituiscono frontale, di profilo e di spalle. Eppure nella profondità dello
sguardo dell’essere rappresentato v’è una scintilla che lo riconduce ad un
senso di umanità. Un luccichio, come un lampo a ciel sereno che porta il
mostruoso, insito in noi, a ritrovare la luce e indurre la razionalità ad
accettare la diversità. L’estetica oltrepassa sé stessa e la morale vince sulla
forza dello sguardo.
Un
linguaggio incisorio rigoroso e sicuro consente all’artista una conduzione
dell’immagine omogenea e senza cedimenti: non vi sono zone inerziali, né cadute
di tensione espressiva nella modulazione plastica delle masse ottenute con un
tratteggio fitto, mediante segni acuti e brevi”.
L’artista si aggiudica anche il
Premio speciale della Giuria, consistente di una Borsa di studio, dotata di €.
500,00 con la seguente motivazione: “Il
tratto drammatico, la sfumatura assente, i neri profondi e inquieti
conferiscono alle immagini una morbidezza e intensità peculiari che individuano
una conoscenza e una padronanza tecnica innovativa”.
Secondo premio per l’opera: “La
cava” di Marco Tallone di Revello con la seguente motivazione: “Morbide sinuosità cromatiche, riflessi
luminescenti nei segni liberi sono elementi che confluiscono in un’idea
compositiva che traduce echi istintivi e nel contempo ragionati. La superficie
appare leggera e vibrante mentre la raffigurazione sembra seguire le misurate
linearità della mente”.
Il Premio Speciale per la Valorizzazione
dell’opera incisoria è stato assegnato all’opera: “Evoluzione 01” di Michelangelo Biolatti di Savigliano, con la
seguente motivazione: “L’artista,
attraverso una serie di proposte grafiche, delinea una singolare e euritmica
composizione. L’artista ha infatti creato una caleidoscopica figurazione
conducendo lo sguardo dell’osservatore alla parte centrale in cui presiede e ìmpera
il vero protagonista dell’opera”.
Chiude quindi i battenti un’edizione, una
rassegna che non ha smentito le favorevoli previsioni dei curatori, destando
notevole curiosità ed interesse anche al di là dei confini provinciali.