Catalogando: Nicola Oliveri
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L’idea la coglie da un dato reale come una fotografia, meglio se antica, oppure disegna di fantasia, lasciandosi andare d’istinto, senza una vera e propria consapevolezza o un progetto ben ancora delineato nella mente. La sua è una ricerca continua e i suoi disegni sono il frutto di un abbandono totale “un volare nel vuoto ad ogni lavoro”.
“Parlando di pittura, di arte figurativa, visiva, dopo anni e diverse vite passate a scrollarmi di dosso il catrame appiccicatomi nell’adolescenza,e altrettante a rilasciare grandi maestri che mi hanno letteralmente trapassato, e non senza conseguenze, forse ora, finalmente, nel disegno, sento di aver raggiunto un sonoro abbandono.
Mi lascio fare, con un metodo che di metodico ha soltanto un’operare stratificato e lento, depositario di atti irripetibili, è l’opera a trovare il suo fine: la fine del mio compito è l’inizio dell’opera. Sono tracce diceva Derrida, «cadute residuali, ciò che si separa e cade dall’organismo vivente della vita», l’arte è la vita come irripetibilità dell’evento, vivente una volta sola. Perciò l’opera è il materiale morto, è il cadavere, evacuato dall’evento! Carmelo Bene docet.” Nicola Oliveri
Nato a Spotorno nel 1978, Nicola Oliveri inizia molto giovane a lavorare come scenografo presso il ‘Teatro Erba Matta’, compagnia teatrale di base a Vezzi Portio (SV).
Alla fine del 2003 lascia l’Italia per vivere un anno in Bolivia nella città di La Paz, in una comunità di alcolisti anonimi (Hogar San Vicente) come insegnante e cooperatore internazionale in attività artistico riabilitative.
Nel 2008 è di nuovo in Sud America, a Buenos Aires, come assistente dello scultore e incisore argentino César A. Fioravanti.
Dal 2009 vive a Torino dove disegna, lavora come grafico,insegna ai bambini e crea libri d’arte, pezzi unici, che hanno suscitato l’interesse di collezionisti privati in Italia e all’estero.
Dal 2010 lavora prevalentemente come libero professionista per aziende e privati.