Un'intervista a... GIUDITTA PELLIZZONI
Una sensualità trovata nella purezza delle forme geometriche, dove anche gli angoli e gli spigoli più vivi divengono morbide rotondità: curve, linee che si intrecciano, si sfiorano, che ora si fondono per poi dividersi, linee che sembrano vive, che guizzano, che si abbracciano, che paiono danzare ora in coppia ora in un vibrante assolo.
Negli eleganti e raffinati quadri di Giuditta Pellizzoni c'è tutta la bellezza della forma, del segno e del colore. Figure procaci, femminilità prorompenti nate tra le pieghe di un'idea di essenzialità, dalla ricerca di una sintesi in grado di cogliere e restituire un'emozione utilizzando pochi e decisi tratti.
Delle tue opere colpiscono la sintesi, i segni, e le stupende geometrie. Come sei arrivata a questo tuo stile così originale?
La mia ispirazione creativa è frutto di una ricerca iniziata ai tempi degli studi artistici e influenzata successivamente dalla decorazione d’interni, mia attuale attività professionale.
La mia ricerca è caratterizzata dallo studio del corpo femminile: il lavoro inizia con l’approfondimento di certi aspetti del volto e del linguaggio del corpo, e la ricerca di un giusto connubio tra segno e forma.
Il segno è semplificato al massimo, pochissime linee sono sufficienti a descrivere un’emozione, un gesto. E’ un po’ come fare un bozzetto veloce a matita, devi descrivere la posizione ed il modo in cui si muove un corpo utilizzando poche linee. Nei miei quadri non voglio entrare nel dettaglio come faccio ogni giorno con il mio lavoro, voglio che la mia pittura sia pura e diretta senza distogliere l’attenzione dal soggetto rappresentato.
Ti ispiri a soggetti reali, lavori su foto, o le tue donne sono totalmente frutto della tua fantasia?
Inizio ricercando spunti su riviste, su internet, immagini di donne che possono ispirarmi sia per una determinata posizione o per un dettaglio particolare e da lì poi sintetizzo al massimo il segno ed inizio a rielaborare.
Queste immagini mi servono solo come input di partenza poi pian piano le “mie donne” prendono corpo nella mia mente e vita con la mia matita.
La tua ricerca si esprime sopratutto attraverso la pittura, è un amore totale e incondizionato o capita che sperimenti anche altre tecniche?
Il mio amore per la pittura nasce insieme alla decisione molti anni fa di dedicarmi alla decorazione d’interni.
La mia gavetta è stata lunga, dopo gli studi accademici ho attraversato molteplici situazioni lavorative che hanno creato tutto il mio background artistico.
Dal restauro pittorico passando per la scenografia ed approdando alla decorazione d’interni.
Tutte situazioni che mi hanno messo a contatto con la materia, con il colore, i pennelli e da lì è stato amore incondizionato e naturale prolungamento alla mia arte.
Ad ogni modo ho sperimentato durante questi anni anche altre tecniche come la ceramica, altra tecnica che mi interessa molto e che mi permette di essere a contatto diretto con la materia ma per ora sono solo “esperimenti”.
Portare avanti due professioni parallele così impegnative come decoratrice di interni e pittrice non è molto semplice … come fai a trovare il tempo per tutto?
Sì, sono due professioni abbastanza impegnative ma una mi permette di portare avanti l’altra. Ovvero essendo libera professionista posso organizzare i tempi lavorativi come meglio credo e quindi riesco a far corrispondere entrambi i lavori.
Anche se fare la pittrice non la definirei una professione bensì una passione e per questo mi impegno sempre a trovare del tempo da dedicargli perché mi fa sentire bene e mi trasmette emozioni uniche.
I tuoi soggetti sono spesso figure minimaliste dai contorni marcati e decisi: cosa raccontano?
Con pochi segni cerco di far capire la posizione e l’emozione della situazione. Con un unico tratto le chiudo gli occhi e gli occhi chiusi possono trasferire diverse sensazioni: felicità, tristezza e comunque qualcosa di molto profondo.
Voglio far emergere lo stato d’animo che i protagonisti lasciano trasparire giocando con le molteplici opportunità che mi offrono la tela e la carta.
A completare e valorizzare l’opera è appunto l’intervento con segni neri, decisi ed energici per sottolineare la relazione tra forza e debolezza che agitano continuamente i moti dell’animo umano ma soprattutto dell’universo femminile.
Se dovessi descrivere la tua personalità artistica, quali parole useresti?
Sono sempre un po’ restia a dare descrizioni su me stessa ed il mio lavoro, mi piacerebbe che la mia personalità artistica trasparisse dai miei dipinti, dalle vivacità delle tinte, dalle forme prorompenti e dalla carica emozionale dei miei soggetti.
C’è un momento particolare della tua carriera artistica che ricordi con piacere?
Sì, c’è stato un momento fugace che però ricordo con piacere ed emozione, un paio di anni fa durante una mia esposizione ad una fiera a Milano.
Si avvicina un vecchio signore ed inizia a chiedermi informazioni sui miei dipinti, con mia sorpresa si rivela una persona competente e con una ottima conoscenza artistica quindi accetto i suoi complimenti con vero entusiasmo.
La conversazione è molto piacevole ed interessante, una di quelle persone con cui non smetteresti mai di parlare.
Alla fine del discorso mi saluta dicendomi che era discendente di un pittore appartenente alla scuola della Scapigliatura milanese, senza volermi dire il nome.
Il nome non importava ma le parole che mi ha detto ancora le ricordo: “Non svendere mai la tua arte, meglio non vendere un quadro che venderlo ad una persona che non lo apprezza per quello che è.”
In perfetto stile Scapigliato.
Hai fatto tesoro di queste sagge parole?
Sì, certo. Tengo sempre ben in mente queste parole anche se nella realtà dei fatti ci si scontra sempre con una clientela forse più attenta al prezzo che non all’arte.
C’è un progetto in cantiere che ti piacerebbe veder realizzato?
Ho molti progetti in mente ma preferisco quelli a breve scadenza, non mi piace programmare con largo anticipo. Come ad esempio la mia nuova esposizione che si terrà a Milano in zona Tortona in occasione dell’Expo 2015.
Ammetto però che mi piacerebbe guardare a qualche progetto all’estero … in futuro.
Intervista esclusiva di ART OPEN SPACE
per la mostra SINUOSE GEOMETRIE - Rassegna d'Arte 2015
a cura di Cristina Polenta
Negli eleganti e raffinati quadri di Giuditta Pellizzoni c'è tutta la bellezza della forma, del segno e del colore. Figure procaci, femminilità prorompenti nate tra le pieghe di un'idea di essenzialità, dalla ricerca di una sintesi in grado di cogliere e restituire un'emozione utilizzando pochi e decisi tratti.

La mia ispirazione creativa è frutto di una ricerca iniziata ai tempi degli studi artistici e influenzata successivamente dalla decorazione d’interni, mia attuale attività professionale.
La mia ricerca è caratterizzata dallo studio del corpo femminile: il lavoro inizia con l’approfondimento di certi aspetti del volto e del linguaggio del corpo, e la ricerca di un giusto connubio tra segno e forma.
Il segno è semplificato al massimo, pochissime linee sono sufficienti a descrivere un’emozione, un gesto. E’ un po’ come fare un bozzetto veloce a matita, devi descrivere la posizione ed il modo in cui si muove un corpo utilizzando poche linee. Nei miei quadri non voglio entrare nel dettaglio come faccio ogni giorno con il mio lavoro, voglio che la mia pittura sia pura e diretta senza distogliere l’attenzione dal soggetto rappresentato.
Ti ispiri a soggetti reali, lavori su foto, o le tue donne sono totalmente frutto della tua fantasia?
Inizio ricercando spunti su riviste, su internet, immagini di donne che possono ispirarmi sia per una determinata posizione o per un dettaglio particolare e da lì poi sintetizzo al massimo il segno ed inizio a rielaborare.
Queste immagini mi servono solo come input di partenza poi pian piano le “mie donne” prendono corpo nella mia mente e vita con la mia matita.

Il mio amore per la pittura nasce insieme alla decisione molti anni fa di dedicarmi alla decorazione d’interni.
La mia gavetta è stata lunga, dopo gli studi accademici ho attraversato molteplici situazioni lavorative che hanno creato tutto il mio background artistico.
Dal restauro pittorico passando per la scenografia ed approdando alla decorazione d’interni.
Tutte situazioni che mi hanno messo a contatto con la materia, con il colore, i pennelli e da lì è stato amore incondizionato e naturale prolungamento alla mia arte.
Ad ogni modo ho sperimentato durante questi anni anche altre tecniche come la ceramica, altra tecnica che mi interessa molto e che mi permette di essere a contatto diretto con la materia ma per ora sono solo “esperimenti”.
Portare avanti due professioni parallele così impegnative come decoratrice di interni e pittrice non è molto semplice … come fai a trovare il tempo per tutto?
Sì, sono due professioni abbastanza impegnative ma una mi permette di portare avanti l’altra. Ovvero essendo libera professionista posso organizzare i tempi lavorativi come meglio credo e quindi riesco a far corrispondere entrambi i lavori.
Anche se fare la pittrice non la definirei una professione bensì una passione e per questo mi impegno sempre a trovare del tempo da dedicargli perché mi fa sentire bene e mi trasmette emozioni uniche.
I tuoi soggetti sono spesso figure minimaliste dai contorni marcati e decisi: cosa raccontano?

Voglio far emergere lo stato d’animo che i protagonisti lasciano trasparire giocando con le molteplici opportunità che mi offrono la tela e la carta.
A completare e valorizzare l’opera è appunto l’intervento con segni neri, decisi ed energici per sottolineare la relazione tra forza e debolezza che agitano continuamente i moti dell’animo umano ma soprattutto dell’universo femminile.
Se dovessi descrivere la tua personalità artistica, quali parole useresti?
Sono sempre un po’ restia a dare descrizioni su me stessa ed il mio lavoro, mi piacerebbe che la mia personalità artistica trasparisse dai miei dipinti, dalle vivacità delle tinte, dalle forme prorompenti e dalla carica emozionale dei miei soggetti.
C’è un momento particolare della tua carriera artistica che ricordi con piacere?
Sì, c’è stato un momento fugace che però ricordo con piacere ed emozione, un paio di anni fa durante una mia esposizione ad una fiera a Milano.
Si avvicina un vecchio signore ed inizia a chiedermi informazioni sui miei dipinti, con mia sorpresa si rivela una persona competente e con una ottima conoscenza artistica quindi accetto i suoi complimenti con vero entusiasmo.
La conversazione è molto piacevole ed interessante, una di quelle persone con cui non smetteresti mai di parlare.

Il nome non importava ma le parole che mi ha detto ancora le ricordo: “Non svendere mai la tua arte, meglio non vendere un quadro che venderlo ad una persona che non lo apprezza per quello che è.”
In perfetto stile Scapigliato.
Hai fatto tesoro di queste sagge parole?
Sì, certo. Tengo sempre ben in mente queste parole anche se nella realtà dei fatti ci si scontra sempre con una clientela forse più attenta al prezzo che non all’arte.
C’è un progetto in cantiere che ti piacerebbe veder realizzato?
Ho molti progetti in mente ma preferisco quelli a breve scadenza, non mi piace programmare con largo anticipo. Come ad esempio la mia nuova esposizione che si terrà a Milano in zona Tortona in occasione dell’Expo 2015.
Ammetto però che mi piacerebbe guardare a qualche progetto all’estero … in futuro.
Intervista esclusiva di ART OPEN SPACE
per la mostra SINUOSE GEOMETRIE - Rassegna d'Arte 2015
a cura di Cristina Polenta