L'artista si racconta: DAZ Daniela Moretti
Daniela Moretti, in arte DAZ, pittrice e scultrice, con una passione viscerale per la filosofia con cui affronta e analizza i molteplici interrogativi sui limiti e l'agire dell'essere umano.
La sua ricerca artistica è frutto di un'evoluzione interiore che è partita dalla poesia e sfociata nell'arte visiva, un cammino dalla parola al colore, alla forma. Non a caso si definisce "una pittrice e una scultrice per necessità esistenziale".
Ho sempre amato l’arte in tutte le sue forme espressive, ma alla base di questa predilezione c‘è sempre stato l’amore per la filosofia, intesa come ricerca costante dei perché dell’essere umano, del suo agire, dei suoi impulsi e dei suoi limiti.
L’espressione artistica ha sempre avuto un ruolo importante nella mia vita, ma da 20 anni questo spazio è cresciuto esponenzialmente, diventando nell’ultimo decennio un rapporto totalizzante.
L’arte è la mia vita: vivo, penso e mi esprimo attraverso questa dimensione. Ogni mia opera parte da una ricerca, un pensiero, un oggetto mentale e ragionato che solo in un secondo momento diventerà forma visiva, che sia pittorica o scultorea.
Tutto ciò che mi circonda può diventare uno stimolo, un'urgenza, una possibile via da percorrere.
In questo momento per esempio sono affascinata dai chopper, dalle amigdala in mano ai primi uomini che utilizzarono queste pietre, da principio come utensili necessari che poi, nel tempo, trasformarono in espressione artistica.
Mi sono laureata in Lettere e Filosofia alla Sapienza di Roma con una tesi sulla poesia contemporanea.
Era infatti la poesia che all’epoca consideravo un medium ideale, il connubio perfetto tra filosofia ed arte, tesa a quella ricerca che tanto mi stava a cuore.
Ma ad un certo punto della mia crescita spirituale ho scoperto la parola stessa, anche quando poetica, essere di troppo in questo processo di conoscenza.
Mi sono allora affidata all’arte visiva, all'immagine, ai suoi pieni di forma e di colore, e mi sembra ancora a tutt‘oggi essere questa la soluzione migliore per la mia ricerca. Posso quindi affermare di essere una pittrice e una scultrice per necessità esistenziale.
Della mia carriera il ricordo più gioioso si riferisce alla mia prima mostra. Non solo perché la prima di una fortunata serie, ma anche per l’aiuto e il sostegno degli amici e della famiglia. È stato un progetto vissuto in un collettivo.
L’arte, in questo senso, potrebbe essere salvifica e proficua, ma solo se ricambiata dal fruitore. In una società dove le immagini si sovrappongono ad una velocità piuttosto elevata sento spesso venire meno la fiducia nei benefici dell'arte, ma nonostante tutto non posso esimermi da ciò che faccio, perché questo è ciò che mi realizza, che mi compie nel mondo.
La sua ricerca artistica è frutto di un'evoluzione interiore che è partita dalla poesia e sfociata nell'arte visiva, un cammino dalla parola al colore, alla forma. Non a caso si definisce "una pittrice e una scultrice per necessità esistenziale".

L’espressione artistica ha sempre avuto un ruolo importante nella mia vita, ma da 20 anni questo spazio è cresciuto esponenzialmente, diventando nell’ultimo decennio un rapporto totalizzante.
L’arte è la mia vita: vivo, penso e mi esprimo attraverso questa dimensione. Ogni mia opera parte da una ricerca, un pensiero, un oggetto mentale e ragionato che solo in un secondo momento diventerà forma visiva, che sia pittorica o scultorea.
Tutto ciò che mi circonda può diventare uno stimolo, un'urgenza, una possibile via da percorrere.
In questo momento per esempio sono affascinata dai chopper, dalle amigdala in mano ai primi uomini che utilizzarono queste pietre, da principio come utensili necessari che poi, nel tempo, trasformarono in espressione artistica.
Mi sono laureata in Lettere e Filosofia alla Sapienza di Roma con una tesi sulla poesia contemporanea.
Era infatti la poesia che all’epoca consideravo un medium ideale, il connubio perfetto tra filosofia ed arte, tesa a quella ricerca che tanto mi stava a cuore.
Ma ad un certo punto della mia crescita spirituale ho scoperto la parola stessa, anche quando poetica, essere di troppo in questo processo di conoscenza.

Della mia carriera il ricordo più gioioso si riferisce alla mia prima mostra. Non solo perché la prima di una fortunata serie, ma anche per l’aiuto e il sostegno degli amici e della famiglia. È stato un progetto vissuto in un collettivo.
Mio marito, che è un poeta ha scritto dei versi per ogni quadro, un amico ha scritto la musica di accompagnamento alla visita. L’allestimento, con l’aiuto della mia curatrice nonché amica, è stato fatto in un antico ospedale del 1200.
L’atmosfera che abbiamo respirato tutti in quel progetto forse rimarrà unica. La serbo come un ricordo di pienezza e speranza.
La sublimazione attraverso l’arte è qualcosa che rende un beneficio all’animo di chi la fruisce. A mio vedere l’artista, come tutti gli esseri umani, è costantemente in bilico tra l’apollineo e il dionisiaco, e tra il desiderio del divino e il suo contrario.
Ma ne ha una consapevolezza altra, sì speculativa come il filosofo, ma poi anche fattiva, produttiva. L’artista ne percepisce le contraddizioni, il divario. Questo divario non è una separazione rigida e incolmabile. L’opera d’arte a mio avviso si colloca a metà strada tra l’elevazione del pensiero e la pulsione profonda. Proprio qui nasce la spinta all’opera d’arte, che collima questi due aspetti pacificando tanto l’artista quanto il suo pubblico.

Un mio grande sogno sarebbe poter possedere un luogo dedicato all’arte dove turnare delle residenze di artisti e creare uno spazio di confronto e crescita.
Mi piacerebbe invecchiare in un luogo del genere e crescere i miei figli in questo ambiente.
A breve mi aspettano una serie di mostre. Una collettiva a Trieste e un paio di personali in provincia di Gorizia, ma cerco ardentemente uno spaziotempo da dedicare alla ricerca ceramica e al disegno d’illustrazione. Entrambi due mondi affascinanti e con tantissime cose da imparare e scoprire.
Intervista esclusiva di ART OPEN SPACE, pubblicata a marzo 2018 sul blog e nel catalogo in occasione della mostra personale di DAZ Daniela Moretti - Rassegna d'Arte 2018 di ART OPEN SPACE.