LUCIANO CAGGIANELLO
Ritengo che l’arte sia la migliore, o forse la più efficace, interpretazione che possiamo fornire della realtà e della sua auspicabile oggettivazione. È una “metodologia” alternativa adatta per agguantare un umanesimo del possibile attraverso cui srotolare il quotidiano e affrontare l’esistenza.
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DIVERBI FILOSOFICI carta su tavola |
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GLI SPAZI della POVERTA’ CONCETTUALE acrilico, gesso, corda su tela |
Mi sono avvicinato al mondo artistico quando ho capito che avrebbe potuto rappresentare, in termini generali, un antidoto alla sofferenza. Infatti soffrire è come mummificare la felicità e io ho preferito sacrificare altri percorsi rispetto a quello che mi permetteva di configurare me stesso in un modello di adeguata creatività.
UMANESIMO del POSSIILE cartone e chiodi su tavola |
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ARTE FUMOSA - Ce ne sont pas des cigarettes….. digital work with print on DiBond |
Biografia sintetica
Luciano Caggianello, è un artista e designer che inizia la sua attività creativa negli anni ‘80 e intraprende un articolato itinerario espositivo nazionale e internazionale. In questi ultimi anni la sua ricognizione artistica è diventata sostanzialmente un lavoro di prevalente sintesi percettiva che rielabora tutte le interazioni didattiche, culturali e intellettuali provenienti anche dalla sintesi dei suoi molteplici ambiti formativi, sperimentando una progettualità tematica concettuale inserita tra “poverismo” concreto e digital work, che si rivela molto più attinente a parametri e concetti di presentazione che non di rappresentazione.
Luciano Caggianello, è un artista e designer che inizia la sua attività creativa negli anni ‘80 e intraprende un articolato itinerario espositivo nazionale e internazionale. In questi ultimi anni la sua ricognizione artistica è diventata sostanzialmente un lavoro di prevalente sintesi percettiva che rielabora tutte le interazioni didattiche, culturali e intellettuali provenienti anche dalla sintesi dei suoi molteplici ambiti formativi, sperimentando una progettualità tematica concettuale inserita tra “poverismo” concreto e digital work, che si rivela molto più attinente a parametri e concetti di presentazione che non di rappresentazione.